La sostenibilità e il rispetto dell’ambiente sono obbiettivi primari al giorno d’oggi e per far si che non siano solo vani ideali la ricerca, l’innovazione e la tecnologia sono le più grandi alleate di molte aziende.
Le imprese, di vari settori, si impiegano ogni giorno nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni che permettano di ottenere servizi e prestazioni efficienti a basso impatto per il nostro pianeta: questo è ciò che avviene anche nel settore del riscaldamento a biomassa, un mondo tutto da scoprire.
L’importanza del turnover tecnologico
All’interno del settore riscaldamento, negli ultimi anni, sono numerose le innovazioni che hanno permesso di implementare le prestazioni delle abitazioni in modo sempre più efficiente, green, economico e sicuro: è il caso, per esempio, delle stufe a pellet e dei risultati ottenuti in questi anni attraverso un miglioramento ed uno studio costante.
Le stufe a pellet rappresentano un livello di innovazione notevole: oltre ad avere un design sempre più moderno, racchiudono in sé tecnologie e soluzioni volte sia a creare un ambiente idoneo in cui vivere, sia a tutelare il nostro quotidiano.
L’utilizzo di questo combustibile è stato il primo passo in avanti nell’ambito di un riscaldamento ecosostenibile: per le sue capacità di creare calore per molto tempo risparmiando sul consumo d’energia e perché il suo utilizzo, all’interno di apparecchi di ultima generazione, permette di non immettere fumi e polveri sottili nell’ambiente, se non in percentuale minima.
La strategia del settore è chiara: limitare l’utilizzo degli apparecchi datati, incentivandone la sostituzione con sistemi moderni e sicuri, caratterizzati da emissioni di pm10 da 4 a 8 volte inferiori rispetto alle tecnologie di vecchia generazione. Per ridurre l’impatto ambientale il turnover tecnologico è la soluzione migliore in quanto ogni investimento mira al benessere collettivo: migliorare la qualità dell’aria è necessario per tutti.
La gran parte delle emissioni deriva, infatti, da stufe e caminetti datati ed è da tenere in considerazione che gli apparecchi a legna e pellet installati in Italia da più di 10 anni sono il 70% del parco installato, circa 6,3 milioni. Questi contribuiscono all’86% del pm10 derivante dalla combustione domestica di biomassa.
Il target principale e il valore di Progetto Fuoco
L’obiettivo è dunque determinato: abbattere del 70% in dieci anni le emissioni derivate dal riscaldamento domestico a biomasse. La linea è dettata anche dal programma “Rottamare ed educare”, contenuto nel Libro Bianco redatto da Aiel, associazione italiana delle energie agroforestali.
Di fronte al problema delle emissioni, deve accompagnarsi un nuovo modo di interpretare il riscaldamento domestico: riscaldarsi a legna e pellet riducendo gli impatti ambientali si può, a patto che si rispettino le regole e si adottino strumenti idonei a svolgere questo compito al meglio, sia per noi che per chi ci vive intorno.
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